LA STORIA
Su due rilievi collinari, anticamente interrotti da un alveo, è Alberobello. Sul colle orientale vi è la città nuova con caratteristiche architettoniche moderne; sull'altra sommità, disposta a Occidente, s'allineano i "trulli", in un agglomerato urbano, suddiviso in due rioni, Monti e Aia Piccola, entrambi Monumento nazionale, patrimonio mondiale riconosciuto dall'UNESCO.
Il paesaggio agrario è caratterizzato da una folta vegetazione di mandorli e ulivi che prospera su terreno carsico. E' dalle rocce calcaree stratificate che, sin dalla nascita di Alberobello, è stato tratto il materiale per la costruzione, utilizzato per la copertura dei trulli.
Il nome Alberobello deriva dal latino Sylva Arboris Belli (selva dell'albero della guerra) che si riferisce ai tempi in cui la zona era ricoperta da una rigogliosa vegetazione. Tracce dell'abitato risalgono al 1635 per volere del Conte Giangirolamo II Acquaviva d'Aragona, conte di Conversano detto "Guercio".
Lo stesso aspirava a fare di questa Selva un proprio feudo indipendente dalla corte di Napoli, e a tal fine spinse i contadini e le loro famiglie a viverci. Ma quando l'editto Prammatica de Baronibus impose l'autorizzazione regia per ogni nuova costruzione, il Guercio, che non aveva alcuna intenzione di dividere le rendite fiscali con la stessa corte di Napoli, costrinse i sudditi a costruire con pietra a secco con assoluto divieto di utilizzare la malta.
Così, in caso di ispezioni governative, le case avrebbero potuto essere smontate e riedificate in poche ore.
I trulli ebbero da allora larga diffusione, perché oltre al decreto dei conti di Conversano di costruire a secco senza usare la malta, c'erano ragioni di ordine pratico ed economico, come l'abbondanza di pietre calcaree di cui occorre sgombrare il terreno agricolo, il minor costo di costruzione, il miglior riparo dal caldo offerto dagli spessi muri.
Non tutti i trulli però sono costruiti a secco: quando il 27 maggio 1797 la Selva fu dichiarata libera dalla Signoria dei Conti di Conversano e assunse il nome di Alberobello, cadde infatti il divieto di usare la malta per i trulli. Le dimore a trullo sono dominate dall'uso esterno della pietra a sfoglie, le "chiancole", che rivestono il cono e creano il meraviglioso centro urbano, unico al mondo, che oggi tutti vengono ad ammirare.